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Lista dei desideri: 5 icone del design

La settimana scorsa Milano ha ospitato, come ogni anno, il Salone del Mobile e le esposizioni del Fuorisalone in tutta la città. Proprio l’aria da Design Week mi ha ispirato questo post: quelle icone del design che amerei tra le pareti di casa.

Come noterete, le mie scelte sono concentrate su progetti del secolo scorso, anzi secoli scorsi. Il buon design è come la musica: escono migliaia di nuove canzoni, ma solo quelle davvero buone resistono al tempo e alle mode. Sarò forse un po’ nostalgica, ma certo non nascono Beatles ogni decennio.

Ecco le mie icone preferite. Se volete, scrivetemi le vostre nei commenti.

Lampadina, Achille Castiglioni (1972)

Lampada da tavolo progettata da Achille Castiglioni per Flos. Più essenziale non si può: una base in acciaio, attorno a cui avvolgere il cavo elettrico; un portalampada nero o arancio in bachelite con interruttore; una lampadina a bulbo in vetro trasparente con parziale sabbiatura laterale per non accecare durante l’utilizzo.

Fonte immagine: bloglovin

Eclisse, Vico Magistretti (1965)

Altra lampada da tavolo. Eclissi è stata progettata da Vico Magistretti che ne fece un primo schizzo sul retro del biglietto della metro. Premiata col Compasso d’oro nel 1967, è prodotta da Artemide ora in rosso, arancione e bianco. È composta da tre semisfere, di cui due fisse (base e calotta esterna) e una mobile che, ruotando, permette di regolare il flusso di luce. Quando la luce viene coperta del tutto, è visibile solo il bagliore esterno che ricorda proprio un’eclisse totale e fornisce luce diffusa.

Fonte immagine: belordinaire

Timor, Enzo Mari (1967)

Enzo Mari ha progettato calendari perpetui geniali (come quello da parete Bilancia) che spingono all’interazione e sono prodotti ancora da Danese. Ho scelto però di concentrarmi su quello da scrivania, Timor. Un perno permette di ruotare a ventaglio delle targhette in pvc e selezionare così mese, numero e giorno della settimana. La base in abs è disponibile in bianco e in nero; la lingua delle targhette in italiano, francese, tedesco e inglese.

Fonte immagine: formoskepnad

Thonet 214, Michael Thonet (1850 circa)

Nata come sedia da caffè, è perfetta in qualsiasi ambiente. Ha rivoluzionato la produzione industriale grazie alla tecnica della curvatura del legno massello che Michael Thonet perfezionò negli anni ‘50 del 1800. Fu così possibile la sua fabbricazione in serie e la sua spedizione in tutto il mondo: le sedie smontate infatti occupano pochissimo spazio.

Ancora prodotta da Thonet, è declinata in diverse varianti: con (versione 209) e senza braccioli; con lo schienale aperto o chiuso (versione 215); con seduta in paglia di vienna (assolutamente la mia preferita), in compensato sagomato o con rivestimento in pelle o tessuto.

Fonte immagine: atakdesign

Nathalie, Vico Magistretti (1978)

Concludo con un altro progetto di Vico Magistretti, che meriterebbe in realtà una lista tutta sua. Nathalie è un letto completamente rivestito in tessuto (o pelle o ecopelle), dalla base all’inconfondibile testata imbottita che può essere comodamente reclinata ed è perfetta per leggere o guardare un film. Prodotto da Flou, è altamente personalizzabile.

Fonte immagine: Flou

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